mercoledì 9 febbraio 2011

Aiutatelo...

E l'ultimo grido di speranza che viene fuori dopo le recenti giornate sportive. Domenica sera si viene a sapere che Riccardo Riccò è ricoverato nell'ospedale di Modena, insufficienza renale. "A un passo dalla morte", dirà suo padre qualche ora dopo. Le sue condizioni sono stabili, la prognosi è riservata ma sinceramente la cosa mi era suonata male conoscendo l'uomo che è stato buon corridore, grande speranza del ciclismo nostrano. Addirittura aveva fatto rivivere le imprese del grandissimo Marco Pantani con le vittorie sull'Aspin e sul Tourmalet del Tour del 2008. Poi la prima doccia fredda, blitz della gendarmeria francese nella fortezza della Saunier Duval dove il ciclista italiano viene portato via per valori anomali: è l'Epo di terza generazione chiamato successivamente Cera; il giovane ciclista aveva fatto illudere molti, compreso me, per il suo modo di correre, per il modo in cui si alzava sui pedali, per come affrontava le discese pericolose in terra francese. L'Italia, dopo esser tornata a sperare, si ritrova in un burrone senza vista, sprofondata nel male del ciclismo per eccellenza: il doping.
Il ciclista modenese verrà squalificato, nell'inverno scorso firmò un contratto (come da regolamento) con una squadra semi-professionista, Ceramica Flaminia, dove raccoglie numerose vittorie, pur non partecipando a nessun grande giro, in questo inverno si guadagna un contratto con una squadra professionista, con ambizioni medio-alte e che gli da l'ennesima opportunità di riscatto: è la Vacansoleil. Le aspettattive per questa stagione probabilmente erano più alte, visto che la squadra con la quale ha firmato può partecipare alle corse più prestigiose del panorama ciclistico internazionale. La preparazione invernale è tranquilla, ieri la seconda doccia fredda, probabilmente è la definitiva fine del suo percorso ciclistico: l'insufficienza renale è stata provocata, a quanto afferma il medico che assiste Riccò sin dal ricovero, da un autoemotrasfusione, pratica illegale e gravemente dannosa che può provocare gravi danni all'organismo umano. E' difficile capire per quale motivo sia ricaduto nel tunnel del doping. La sua indole è di un vincente, sarebbe pronto ad attuare qualsiasi pratica per arrivare prima di tutti a tagliare la linea del traguardo, il paradosso è che in questo caso il traguardo poteva essere ben più importante...la vita. Se tutto sarà confermato, probabilmente non metterà più piede nel ciclismo, sport che ha bisogno di esempi genuini, che diano l'impressione di uno sport trasparente; è difficile pensare che i giovani debbano avvicinarsi a uno sport che si conferma anno dopo anno, nonostante le numerose e onerose contromisure, poco credibile per gli scandali doping che ormai si susseguono in modo troppo frequente. Secondo me, arrivato a questo punto, bisognerebbe attuale contromisure ancora più aspre per ciclisti che usando pratiche illecite contribuiscono in modo determinante alla vertiginosa caduta di questo fantastico sport che è il ciclismo: radiazione per tutti coloro che non rispettano le regole con (oltre la risoluzione del contratto) anche un risarcimento in contanti da dare ai team che credono di avere in scuderia ciclisti puliti, che danno rassicurazioni di ogni tipo ma che sistematicamente tradiscono le aspettative dei tifosi e la fiducia dei loro dirigenti.

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