martedì 21 dicembre 2010

La leghista e il pianista

E' la vigilia. Domani al Senato ci sarà il tanto atteso voto sulla riforma dell'università dopo il quale solo la firma del Presidente Napolitano potrà rendere effettivo questo decreto. Nel frattempo, in questi giorni al vaglio dei senatori vi sono vari emendamenti, proposti da maggioranza o opposizione, che nella giornata di oggi sono stati protagonisti di una brutta giornata per la democrazia italiana. Quest'oggi a sostituire il Presidente del Senato Schifani c'era la leghista Rosy Mauro che, per velocizzare l'esamina dei provvedimenti, ha dichiarato nel caos generale approvati vari emendamenti senza richiedere il legittimo voto dei senatori. Poco prima dalle varie agenzie è stata battuta notizia allo stesso modo scandalosa che vede il Ministro dei Beni culturali votare per 3 volte anche per l'assente Maurizio Sacconi. Ma questa in cui viviamo cos'è? La dobbiamo chiamare per sport democrazia o la vogliamo rendere effettiva? E' inaccettabile, per qualunque schieramento si tratti, che accadano eventi così irrispetosi per tutti gli italiani. Invocavo una presa di coscienza, un senso di vera responsabilità in un recente articolo del quale ora stiamo vivendo le conseguenze. Invece assistiamo a uno spettacolo indecoroso che va avanti da troppo tempo, del quale gli italiani non ne possono più in quanto vogliono che si parli di loro e sopratutto dei loro problemi. I presupposti ci sono (appunto, la riforma), i modi sono da decisamente da riguardare. Non credo sia utopico un atto di giustezza nei confronti della dignità che abbiamo tutti noi, spettatori di un corpo di rappresentanti del quale dovremmo vergognarci.

3 commenti:

  1. Abbiamo toccato il fondo. Speriamo che ora inizi la risalita. Ma non sono molto ottimista al riguardo. L'Italia è prigioniera di Berlusconi.

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  2. Dio non voglia che un giorno chi ha mandato questi esseri alla greppia non debbano pagare il fio delle loro malefatte... Non basterebbe un inferno solo.
    Quello lo occuperebbe silvio da solo

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  3. E c'è chi li difende... Ciò che rende possibile questa politica sono gli italiani.

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