Credo tutti sappiate che lo scrittore cinese Liu Xiaobo ha vinto il premio Nobel per la pace motivato «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina», solo che lui non lo sa.
In Cina, durante la cerimonia di conferimento dell'ambito premio è stata interrotta la diretta BBC e da ieri sera è scomparsa la moglie, Liu Xia, che avrebbe dovuto raggiungerlo in carcere per dargli la notizia.
Liu Xiaobo, scrittore di impostazione cristiana, lotta da anni per la libertà, innanzitutto di espressione, in Cina.
Sin dai tempi della protesta di Piazza Tiananmen si è contraddistinto per la pacificità e per la forza della sua lotta, ciononostante è stato ripetutamente condannato ed arrestato.L'ultima condanna, con conseguente arresto nel 2009 per "incitamento alla sovversione del potere dello stato", dovuto alla partecipazione a "Charta 08", un manifesto per la democrazia in Cina. Ora il Nobel, di cui lui non sa notizia, e i casi diplomatici, che coinvolgono in primo luogo Cina e Norvegia e che riguardano il suo discusso premio e la sua (improbabile) liberazione, e la scomparsa di sua moglie. Misteri della Cina, potenza economica del 2010.
Credo che la forza economica cinese lasci il tempo che trovi quando poi è accompagnata da un regime che limita qualisiasi libertà di stampa e di espressione delle proprie opinioni. La stessa cosa accade ad esempio nella vicina Corea del Nord (venuta alla ribalta con i recenti mondiali di calcio)e in tanti altri paesi del globo. Un motivo in più per ritenerci fortunati di essere nati e di vivere in un paese democratico come il nostro, ma soprattutto un'ulteriore motivazione a tenerci stretta questa democrazia, opponendoci fermamente a qualsiasi legge che la metta in discussione.
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