E' un dato di fatto che la politica italiana sia in crisi, il sistema vigente non regge più e si sente il bisogno di cambiamento, di un rinnovamento radicale della classe politica italiana in modo tale che non si vedano più le solite facce perchè quello di cui c'è bisogno in questo momento è di uno sguardo diverso, magari di un giovane. A partire dalla sciossione di Fini da Berlusconi avvenuta qualche mese fa, fino ad arrivare agli intrecci politici (e non) di questi due personaggi riguardanti la casa di Montecarlo, è iniziata una fase molto delicata. Il Governo ha ottenuto la fiducia sui 5 punti programmatici sia alla Camera che al Senato, una larga fiducia dato che anche il gruppo dei finiani ha votato per la fiducia al Governo. Questa non è un'apertura nei confronti di Berlusconi ma è un atto di coerenza da parte del gruppo che fa capo a Fini perchè hanno ripetutamente dichiarato di voler appoggiare il Governo nel caso in cui quest'ultimo non si discostasse dal programma per il quale tutti erano d'accordo. Lo scenario è controverso perchè è in atto una crisi del sistema, una crisi della politica bipolare e in cui si fanno spazio forze nuove, quelle forze che la gente invoca da anni. Probabilmente la gente è stanca di vedere alla guida del Paese l'alternanza delle stesse persone da anni e quindi l'ipotesi del terzo polo potrebbe essere appetibile per un panorama di gente delusa perchè rappresenta un rinnovamento, indica un cambiamento di cui non si sanno le conseguenze ma nel quale la gente crede. Questo vuol dire che le promesse non mantenute non hanno fatto altro che animare nella gente un sentimento di sconforto che ha reso la politica poco credibile. Prende corpo, quindi, l'ipotesi di nascita (in caso di elezioni) di un'alleanza allargata che vada da Bersani, passi da Casini e nella quale ci sia anche Fini. Era poco auspicabile qualcosa del genere qualche tempo fa, ma questo è frutto di una volontà comune che è quella di fare invertire un trend negativo, alla quale negatività non ha contribuito il solo Berlusconi ma anche una situazione economica che in parte scagiona il premier. E' una proposta da valutare che potrebbe ribaltare le attuali gerarchie, come accaduto in Sicilia in cui l'attuale governatore Raffaele Lombardo è stato sostenuto, oltre che dal suo Pdl, anche dall'Udc e recentemente dopo molti dissapori con il Pdl nazionale, ha preso la parte di Fini in ambito nazionale ma in ambito locale ha addirittura aperto a una collaborazione con il Pd, l'Api di Rutelli e l'Udc.
In scala nazionale si potrebbero sovvertire i valori ma una prospettiva del genere è segno che, come detto prima, c'è volontà di collaborare e quindi, come auspicato da molti, c'è aria di rinnovamento.
Condivido in pieno... si sta confermando una crisi del bipolarismo, che io mi aspettavo da tempo, poiché in Italia il bipolarismo è stato fatto per "somma di partiti" quindi PD e PDL rimanevano in sé per sé confederazioni di partiti con all'interno numerose correnti ideologiche.
RispondiEliminaAttraverso la scissione che sta cominciando si tornerà in un panorama più variegato. Bisogna stare però attenti agli eccessi (i 15 partiti del II governo Prodi), sperando che Api e Fli portino in scena nuove idee, maggiore pluralità, ma mantengano fedeltà nelle alleanze che andranno a formare.
Inoltre, non è da sottovalutare il fatto che in Italia c'è una "cultura centrista" dovuta alla ancora grande influenza della D.C., quindi credo che il tripolarismo sia la soluzione più adeguata, in questo momento, per il nostro paese.
Comunque, credo anche che una possibile soluzione sia lo svecchiamento, in Italia sarebbe possibile fare massimo 2/3 mandati in parlamento (non ricordo esattamente), invece gran parte dei nostri leader sono al 5°, al 6° al 7° mandato... bisogna svecchiare!
Sono d'accordo con voi, la politica italiana è occupata sin dagli inizi della Seconda Repubblica dalle stesse facce e per migliorare la credibilità dei partiti molti si dovrebbero far da parte e lasciar spazio ai giovani.
RispondiEliminaIn particolar modo, nel PD il sindaco di Firenze Matteo Renzi (appena 35enne), forse il principale esponente di una politica di rinnovamento in Italia, ha sottolineato il problema, dicendo che molti del suo stesso partito dovrebbero farsi da parte dopo i numerosi fallimenti.
Mi viene subito da pensare all'ex-premier Romano Prodi, forse l'unico che dopo un fallimento ha avuto il coraggio di lasciare la politica attiva italiana. Molti esponenti del PD (in primis D'Alema) e non solo, dovrebbero seguire l'esempio... peccato che in Italia neanche una condanna sia sufficiente ai politici per togliersi dalla scena....