E' sempre più ricorrente il riferimento ad associazioni umanitarie in materia di calcio. Nonostante il vorticante giro di soldi che è presente nell'ambiente, molte società scelgono di rinunciare alle entrate che porta un primo sponsor pesante occupando quel vuoto con una di queste associazioni che siglano accordi con le squadre in modo che ci sia un sostegno concreto anche da loro. Naturalmente il sostegno non si ferma al solo logo sulle maglie, ma si programmano iniziative in cui è coinvolta la stampa che, in quanto amplificatore, può dare una rigorosa spinta alle iniziative. In questo caso si parla della Fiorentina che si è legata a Save the Children, organizzazione non governativa che si occupa di raccogliere fondi per aiutare i bambini in difficoltà in Paesi colpiti da catastrofi naturali o afflitti da guerre e conflitti. La società ha fatto una scelta coraggiosa, coraggiosa perchè di certo non ci guadagna da questo ma va molto apprezzata (e magari presa d'esempio) per il valore umano che c'è dietro.
Il solo fatto di aver rinunciato a delle entrate sicure (perdendo anche qualcosa) sta a significare quanto sia a cuore questo ambizioso progetto alla famiglia della Valle. La Fiorentina ha infatti tracciato un percorso coerente che da quest'estate, a cominciare con la campagna 'Il calcio è un divertimento', fa riferimento alla parte buona di questo sport che, di certo, non è rappresentata dai quattrini bensì dalla pubblicità che il calcio riesce a generare intorno ad esso.Questo è un esempio virtuoso, potremmo citare il Barcellona per lo stesso motivo...ma per lo stesso motivo, per ciò che ne è derivato (debiti su debiti) è meglio tralasciare. Il buon esempio non è dato dal gesto in sè (ne saremmo tutti capaci), ma prevedendo le conseguenze di esso. (Laporta docet)
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