domenica 17 ottobre 2010

Fenomeno Lazio

Di certo il 17 Ottobre non si possono fare previsioni a lungo termine, soprattutto se si parla di sport, in questo caso calcio. C'è, però, un dato di fatto: la Lazio è meritatamente in vetta alla classifica della Serie A ed è in palla. E' ben preparata atleticamente e anche mentalmente visto che mantiene questa posizione sì da poche giornate ma da molti giorni: infatti, intercorrono due settimane prima della scorsa giornata di campionato e in questo lasso di tempo generalmente la pressione aumenta notevolmente.
Proviamo ad analizzare partendo dalle radici questo "fenomeno":
 Nella stagione 2008/2009 la Lazio torna a vincere in campo nazionale conquistando la Coppa Italia (contro la Sampdoria) e la Supercoppa Italiana (contro l'Inter), grazie a una squadra molto reattiva, efficace e che però perde de Silvestri, Rozenhal ed è ai ferri corti con Pandev e Ledesma. In poche parole perde l'ossatura di una squadra che, nella stagione successiva, sarà guidata da Ballardini e quindi si ritrova a giocare con giocatori meno abituati a giocare con frequenza e che alla lunga pagano anche dal punto di vista delle prestazioni. La classifica non da ragione alla politica societaria del presidente Lotito che, nel frattempo, fa pace con Ledesma (che però torna a giocare solo dopo aver smaltito un infortunio) e vende Pandev ai campioni d'Italia, all'Inter. Come direbbe in tal caso, il presidente coglie l'occasione (carpe diem) per esonerare Ballardini dopo che la situazione diventa preoccupante e si affida a un tecnico navigato come l'ex Napoli Reja. L'obiettivo è la salvezza, raggiunta a poche giornate dalla fine del campionato e da qui parte la rifondazione. La squadra rompe le righe, ma i dirigenti no. Lotito & co. si danno da fare per costruire una squadra competitiva sperando che i nuovi arrivi del mercato di riparazione di Gennaio (Dias, Biava e Floccari) diano segni di ripresa. Alla rosa si aggiunge l'italo-austrialiano Mark Bresciano che arriva alla Capitale a parametro zero dal Palermo dell'ex Delio Rossi. Il primo tassello è di qualità, caratteristica che si conferma nel seguente colpo. Conteso dal Milan nella stagione precedente, la Lazio riesce a comprare Hernanes, trequartista duttile, dinamico, di vecchio stampo.
Per non farla lunga, la Lazio inizia il campionato alla grande, prima aggancia a poi supera l'Inter e ora è da sola in vetta alla classifica. Il gioco della Lazio, ora, gira intorno a Hernanes che riesce a smistare tantissimi palloni e quindi mette in condizione tutti di segnare. Oltre a lui, c'è da segnalare il ritorno a livelli accettabili di Mauri, premiato con la convocazione nella Nazionale di Prandelli. Alla base di tutto, a mio parere, c'è un diverso approccio del presidente Lotito. Ai primi anni della sua gestione, ha adottato una politica del risparmio che mirava al pareggio del bilancio e al risanamento dei debiti. Pur sapendo questo, i tifosi hanno sempre e duramente criticato la gestione-Lotito che, rispetto alle precedenti, è stata all'insegna della trasparenza e dell'onestà finanziaria. Ora, quello che era stato soprannominato Lotirchio, è riuscito a consegnare alla città una squadra capace di essere lì con le prime, anche grazie a qualche sacrificio (vedasi nel 2008 Zarate e quest'anno Hernanes).
Su questo c'è da ragionare, in quanto da parte dei tifosi si riscontra una certa fretta nei risultati che sono sfociate, con il passare degli anni, in vere e proprie manifestazioni contro Lotito.
Bisogna riflettere su questo.
Bisogna sapere attendere il proprio momento, senza farsi ossessionare dal risultato e dalla competizione.
Sì, c'è bisogno di tempo...questa ne è la dimostrazione. VALE PER TUTTI.

1 commento:

  1. In effetti la Lazio sta tenendo molto molto forte, sorprendendomi, soprattutto dal punto di vista psicologico, bisogna però verificare se questa condizione durerà fino a maggio, anche perché la stagione per Hernanes (chiave del gioco della Lazio) è cominciata da un pezzo, e potrebbe pagare. Comunque credo che aldilà di tutto questa Lazio possa puntare tranquillamente all'Europa che conta, dove nessuno l'avrebbe immaginata a Luglio.

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