giovedì 30 settembre 2010

Lo strano caso di "el contador"

Mentre il mondo del ciclismo consacra Fabian Cancellara per aver vinto ancora una volta la prova a cronometro dei Mondiali di Ciclismo (quest'anno in via di svolgimento a Melbourne), le agenzie di tutto il mondo battono una notizia sconvolgente che riguarda la positività di Alberto Contador durante lo scorso Tour de France. L'UCI sospende temporaneamente il plurivincitore della Grand Boucle in modo che ci siano ulteriori esami per rendere sicura la positività. Come un fulmine a ciel sereno, il ciclismo si ritrova improvvisamente a tu per tu con questa piaga. Da un anno a questa parte il fenomeno s'era attenuato, in corrispondenza dell'introduzione del passaporto biologico. E' stata un'innovazione importante che, anche se non è stata condivisa da tutti sin dall'origine, permette all'UCI di avere una banca dati di tutti i corridori che sono tenuti sotto controllo in ogni momento in quanto ogni variazione dei valori ematici è segnalata tempestivamente ai team che procedono con la sospensione del corridore. Questa rivoluzione nella rilevazione di valori anomali aveva permesso una certa celerità nella comunicazione della positività. Non è questo il caso ed è proprio questo l'aspetto della vicenda che convince meno. La data incriminata è il 21 Luglio, giorno di riposo al Tour 2010 e la notizia in questione è arrivata nella prima mattinata del 30 Settembre, alla vigilia dei Mondiali di Melbourne. In concomitanza con questa è arrivata anche la notizia della positività di Mosquera, il ciclista 34enne rivale di Nibali alla Vuelta. La Vuelta è finita da poco più di una settimana e la notizia non si è fatta attendere. Ora, dunque, nascono degli interrogativi legati al fatto che non si può tollerare una tale differenza nel comunicare una positività al doping. E' uno strano caso, come titola l'articolo, perchè prima di tutto la sostanza (clenbuterolo) sarebbe stata presente in piccolissime quantità, circa 400 volte al di sotto della soglia per la quale la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è tenuta ad informare l’Uci. La Wada in questa situazione s'è dimostrata poco flessibile per il solo fatto che non ci sono i presupposti per fermare un corridore, non doveva neanche rendere pubblica questa notizia (aveva, infatti, fatto bene ad aver informato il solo Contador che infatti ha rinunciato al Mondiale in modo da evitare altre scomode questioni) perchè se davvero si trattasse di un errore, come ora sembra, l'immagine di questa istituzione non ne uscirebbe trasparente e questa opacità si rifletterebbe sull'intero mondo del ciclismo perchè gli appassionati di fronte a queste situazioni tendono ad allontanarsi da questo sport. Lo stesso Contador potrebbe subire un contraccolpo psicologico perchè, anche se sarà riammesso alle corse, non sarà facile rialzarsi dopo una vicenda che mina gravemente l'immagine di qualunque corridore di fronte al grande pubblico. Di certo, dopo tutte le vicende legate alla grave malattia (aneurisma cerebrale-2004) ne è uscito un Alberto più forte da questo punto di vista che anche grazie alla tenacia che lo ha contraddistinto sinora è riuscito a far sue tutte le grandi corse a tappe e, anche per questo, c'è molta fiducia intorno alle sue tesi. Dopo tutto ciò che ha passato non so quale bisogno ci fosse stato di prendere sostanze proibite per primeggiare in una corsa che (anche lui sa) avrebbe vinto in questo o in quell'altro modo in quanto dalla sua c'era la cronometro, specialità nettamente a favore dello spagnolo. E' una situazione ambigua, sarà difficile visto il soggetto in questione trovare il capo della vicenda ma nonostante questo è indubbio il fatto che ci sono molti punti interrogativi a cui servono delle spiegazioni esaurienti. In particolar modo dalla Wada.

4 commenti:

  1. Purtroppo il ciclismo è lo sport dove troviamo più casi di doping.La causa di tutto questo è lo stress e soprattutto le lunghissime tappe che devono affrontare i corridori oltre anche alla voglia di vincere.Mentre negli altri sport il doping è molto meno usato poichè lo sforzo fisico e lo stress sono nel limite umano!!!

    RispondiElimina
  2. C'è anche un altro problema, Marco, nessuno sport, al mondo, credo sia controllato come lo è il ciclismo. Sport celebri come il calcio sognano il passaporto biologico o i controlli a sorpresa in ritiro, la rintracciabilità ecc. ecc., tutte cose che nel ciclismo sono ormai standard.

    RispondiElimina
  3. Sono d'accordo con Antonio....ci fossero controlli in alcuni sport ritenuti "intoccabili" se ne vedrebbero delle belle.....

    RispondiElimina

Cerca nel blog